33 nell’ultimo anno, solo in Emilia-Romagna: un convegno internazionale sul tema dei matrimoni forzati

“Dare voce alle storie delle giovani donne vittime di matrimoni forzati, facendo emergere con forza la presa di parola politica e di pratiche delle associazioni di donne migranti in Italia ed in altri Paesi, come l’Inghilterra e il Marocco”.

Qui trovate tutto il programma: in particolare mi ha colpito la presenza di Meena Patel e Hannana Siddiqui  della Southall Black Sisters, London, UK,  Mina Tafnout, Asociation Democratique des Femmes du Maroc, Rabat, Marocco e di Touria Tanani, associazione INSAT, Beni Mellal, Marocco.

Grazie a Francesca per la segnalazione.

I tortellini halal e l’Emilia che cambia

Che lo vogliate o no, questo è il futuro.

In una terra in cui il 20% dei minorenni è figlio di immigrati, perchè aspettare? O, ancora peggio, ignorare i cambi?

Grazie ad una iniziativa imprenditoriale, il tortellino diventa sincretico! unendo tradizioni e cambi culturali: questo a Bologna, che più di altre città potrebbe essere punto di riferimento.

Con un pò d’innovazione e creatività, con un occhio a ciò che già accade in Francia, arriva il tortellino Halal, cioè osservante i precetti musulmani.

Questo il sito dell’azienda bolognese, chiamata tre alfieri halal, fondata non a caso anche da Hamza Piccardo: in un momento di crisi economica, in cui le aziende italiane vivono un momento evidentemente non allegro, non posso che rilanciare.

Se poi pensiamo al mercato dell’alimentare, chi avrebbe immaginato ci fosse spazio per altri prodotti? Basta guardare un pò le statistiche demografiche per capirlo: evidentemente è sui prodotti che parlano ai nuovi cittadini, che c’è spazio.

Competitività e innovazione sono le tag mentre il settore privato si conferma traino..visto che troppo spesso il pubblico vive di equilibri fuori dal mondo.

Immaginate il titolo del Resto del Carlino, se alla mensa comunale ci fosse il tortello Halal?

Poi se ripenso al post di ieri…me la rido di gusto.

I numeri son dalla mia parte, lega o non lega: da una parte l’ignoranza e la paura, dall’altra la creatività e la storia che fa il suo corso.

“Finirà che ce li ritroviamo anche a guidare i tram”… come in qualsiasi città europea

Questo video è incredibile: in 3 minuti sono ammassatti pregiudizi e cattiverie degne della peggior società che possiamo immaginare ma non basta agitare spauracchi per fermare il destino di Milano.

Andiamo verso un cambio culturale molto forte, su questo dobbiamo avere le idee chiare: a questo tipo di risposta targato Lega deve corrispondere un’altra storia, quella che collega Milano a Parigi, a Londra, a New York.

Nel frattempo, mi piace pensare che tutto questa paura sia destinata a soccombere di fronte ai numeri e alla realtà.

Con Giorgio Pirazzoli dal mercato della terra al turismo responsabile

Proseguiamo con le interviste a chi ha creduto e animato la terza edizione di  Itacà, il festival del turismo reponsabile.

Oggi parliamo con Giorgio Pirazzoli, Direttore del Mercato della Terra, il mercato contadino di Bologna ormai stra-conosciuto ed apprezzato da chi ama cucinare ingredienti sani e semplici ma soprattutto da chi è alla ricerca di un nuovo rapporto con il cibo, la natura e la cucina.

Ogni sabato il Mercato anima il cortile del Cinema Lumière offrendo prelibatezze vendute direttamente da chi le produce, a prezzi equi, prodotti stagionali a kilometro zero: “la migliore qualità del territorio, garantita dalla faccia del contadino.” così amano definirsi.

Giorgio, perché avete aderito al Festival it.a.cà migranti e viaggiatori?

– Credo che il turismo responsabile sia un tema importante, molto spesso non ci rendiamo conto che muoviamo molta economia con le nostre scelte di turisti. Occorre direzionare queste scelte in modo pulito, cercando soprattutto di finanziare veramente le aziende del territorio e non grandi multinazionali del divertimento o imprese colonizzatrici.

Cosa vuol dire “viaggiare responsabile”? un modo di essere, una presa di conoscenza, un modo di viaggiare?

– Viaggiare responsabile, ma senza esagerare, il viaggio è anche e soprattutto scoperta, lasciare gli schemi a casa, dimenticare la vita di tutti i giorni e tuffarsi in un mondo di stimoli nuovi.

La cosa più irresponsabile che hai visto fare ad un turista è …

– Probabilmente ne ho fatte tante, quella che mi viene in mente più spesso è sedersi in un ristorante qualsiasi della barceloneta, per mangiare una paella pessima, un vero trappolone per turisti.

Quali sono le 3 cose che consiglieresti a un turista, in procinto di partire per un viaggio, di mettere nella valigia?

– Direi cosa togliere. I pregiudizi, troppe macchine fotografiche, le abitudini quotidiane.

E adesso se vi va facciamo un giro al Mercato…


Cosa ne esce a digitare “romeno” su google?”

Un milione e duecentomila stereotipi: da google alla stampa il rapporto tra italiani e romeni. Cosa ne esce a digitare “romeno” su google?”.

Questo è il tema del meeting che si terrà, nell’ambito di itacà, lunedì alle 11.45.

Come fare a non essere incuriositi? Tra stereotipi e motori di ricerca, direi che il tema si rivela centrale per chi scrive in questo blog!

Il convegno, moderato da Antonio Genovese, Professore di Pedagogia Interculturale-Scienze della Formazione Università di Bologna ed promosso da Turisti non a caso, Lega degli studenti Rumeni all’estero e Studenti non a caso e si terrà in Aula Magna  di Scienze della Formazione. (via Filippo Re, 6 – Bologna )

Per allargare lo sguardo a tutto l’incipit di itacà, questi i primi appuntamenti:

Domenica, al Parco della Resistenza (San Lazzaro-Bologna) dalle 11.00 alle 18.00 ci sarà “HUMANITY FAIR, la Fiera di altre umanità”: un open day con banchetti informativi e performance della Compagnia Teatro dell’Argine a cui non manchera la Tenda  di it.a.c.

Poi, sempre lunedì 23 maggio alle Librerie Coop Ambasciatori (via degli Orefici 19-Bologna) alle 18.00 ci sarà la pesentazione di “Turismo Responsabile. Cos’è, come si fa“, edito da AITR, Touring Editore.

Intervengono: Maurizio Davolio (AITR), Alberto Dragone (Touring Editore), Roberto Furlani (WWF)

Poi in, Piazza della Mercanzia 2, Z.I.A_ Zona di Interazione Artistica ospiterà un pezzo di Saharawi con:

-Mostre fotografiche: Saharawi women di Raffaele Petralla – Saharawi: gli ospiti del deserto di Gabriele Anesin.

-Aperitivo: dalle 20.30 sapori del deserto,

-alle 21:00 Proiezione “1514 Le nuvole non si fermano” di Carlotta Piccinini

-alle 22:00 Sartattak: testimonianze delle formatrici del progetto di sartoria rivolto alle donne dei campi RASD nel 2010, attraverso: tessuti, foto, video: tutorial costruzione bandiera Saharawi. Video interviste “le donne e la melfa” di Annalisa Messina, Erica Cima, Gabriella Cavallari, Loredana Vitale.
Musica per il popolo Saharawi: racconti dei partecipanti al viaggio per la costruzione di una sala di registrazione nel campo saharawi 27 de febrero con Riccardo Celi, Claudio Cassio.

Piano piano vi aggiorneremo sul resto del programma che trovate qui.

Ci sono 1 milione di stranieri minorenni a cui render conto

E’ uscito il nuovo rapporto di save the children sui minori stranieri in Italia.

Qui trovate alcune considerazioni e la ricerca.

C’è chi chiude gli occhi anche di fronte al fatto che 1 su 2 è nato in Italia…mentre noi siam qui a sentir parlare di razza piave solo in ottica di paura.

Alla fine Napoleone l’han fermato loro (e i russi) mica gli italiani…

Un pò di info e link su questo sta accedendo un Spagna.

Qui trovate la mappa degli accampamenti

Darawlwar.tumblr alcune bellissime foto come questa:

Qui un bell’articolo che rissume cosa sta accadendo.

E se volete seguire direttamente dalle fonti…

A Madrid, dalla Puerta del Sol, la tag è: #acampadasol

A Barcelona, da Plaza de Catalunya, la tag è : #acampadabcn
A Valencia, da Plaza del Ayuntamiento, la tag è: #acampadavalencia
A Sevilla, da Plaza del Salvador la tag è : #acampadasevilla

E noi qui a guardare.

Alla fine Napoleone l’han fermato loro (e i russi) mica gli italiani…

Le 250 opere per il turismo responsabile

A pochi giorni dall’inizio di Itacà, il festival del turismo reponsabile, abbiamo scelto di far parlare alcune delle varie anime organizzatrici.

Poche e semplici domande per andare dritti verso i diversi punti di vista di un piccolo grande festival che parla di casa e di viaggio, di responsabilità e scoperta e che unisce Bologna a New York.

Per cominciare, partiamo da Marcella Terrusi: attiva nella ricerca nell’ambito della letteratura per l’infanzia e dell’iconologia presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna è viaggiatrice, lettrice ed esploratrice e collabora con diverse realtà internazionali fra cui IBBY International Board on Books for Young People, Bologna Children’s Book Fair, Parsons The New School for Design di New York.

Marcella, in qualità di responsabile del concorso “In viaggio verso casadi cui vi ho già parlato qui, ci racconta delle 250 opere arrivate, del senso del contest e di qualche sorpresa con 3 consigli, tutt’altro che scontati, per un viaggio responsabile.

1 Ciao Marcella, “In viaggio verso casa” è un concorso che evoca sentimenti intimi, personali: com’è stato interpretato dai partecipanti di Itaca-contest? Quante opere sono arrivate?

“La ricerca senza fine è quella del senso, dell’identità, di un luogo affettivo da poter chiamare casa: una conquista dunque, più che un ritorno.

Ci sono state più di 250 opere che hanno partecipato al concorso, da diverse prospettive: lo sguardo di chi si confronta con la vastità del paesaggio e delle possibilità, il senso minuto delle conquiste del vivere quotidiano, la dimensione dell’amore, come luogo in cui si è a casa, e anche il tema del coraggio, molto presente, il coraggio di partire, di immaginare, il coraggio di cercare di realizzare il desiderio inarrestabile dell’uomo,di trovare se stesso e di mantenere la memoria di tutti i viaggi del mondo.

2. Qual è l’aspetto che ti ha più sorpreso nell’organizzare Itaca-contest?

Sorprendente è stata per me la risposta dei narratori, pronti e desiderosi di partecipare, anche nella fase in cui non erano ancora stati stabiliti i premi!

E sorprendente anche la varietà delle prospettive in cui il tema è stato interpretato.

Molta voglia di raccontare e di confrontarsi. E, forse per me la sorpresa più emozionante, le molte penne che nella scrittura hanno il sapore di altre lingue, italiani conquistati diciamo, persone che hanno sperimentato il viaggio fisico e spirituale di cambiare casa, cambiare nazione, forse anche continente, e che hanno intrapreso il viaggio del racconto.

Il ponte con NYC e il team di Itaca sono sorprendenti conferme della capacità creativa delle relazioni significative”.

3. Dove è scaturita e perché si è aperta la collaborazione con New York?

“New York è per me la capitale della contemporaneità, un luogo dove gli incontri non sono mai casuali anche se possono essere unici e dove le strade si intrecciano di continuo.

Nel luogo dove si è più soli e dove si condivide la nostalgia di tanti altri esseri alla ricerca di senso si sono incontrati una delle menti di Itaca, Pierluigi Musarò e le organizzatrici di Pentales, fra cui Stephanie Hursula Hodges.

Io ero già tornata da NYC, qualche mese prima, anche se mi chiedo se da NY si possa mai tornare…Il progetto Pentales, di racconti in viaggio, narrazioni che si moltiplicano per passare di mano in mano, una staffetta di quaderni, ci ha subito entusiasmati e così, prima raccontando oltreoceano, poi lavorando insieme con tutti i modi e mezzi di comunicazione possibili, abbiamo messo in piedi un lavoro di squadra per esplorare racconti, connessioni e nuove possibilità di viaggiare da casa, nell’organismo del Festival It.a.cà.”.

4. Quali sono le 3 cose che consiglieresti a un turista, in procinto di partire per un viaggio, di mettere nella valigia?

“Silenzio per ascoltare meglio, un libro per leggere (e scrivere) come si cambia viaggiando, e piedi leggeri per danzare su ogni terra”.

Grazie Marcella!

Quasi una persona su sei realizza un viaggio a scopo turistico fuori dal proprio paese

Sono circa un miliardo i viaggiatori internazionali: in un anno, nel mondo, quasi una persona su sei realizza un viaggio a scopo turistico fuori dal proprio paese.

In un’epoca di interrogativi drammatici sulla sostenibilità del nostro modello di sviluppo e sull’impatto socio-economico ed ambientale dei nostri stili di vita, il turismo diventa oggetto di analisi e dibattiti che mostrano luci ed ombre.

Il turismo responsabile è una delle soluzioni individuate dalle Nazioni Unite per raggiungere gli Obiettivi del Millennio.

La crescita di questo turismo in Italia, nell’ultimo decennio, si è rivelata alquanto costante: segno di un consolidamento più generale dei nuovi orientamenti del consumo turistico, più attento all’impatto ambientale e sociale, oltre che economico, generato attraverso il viaggio o la vacanza.

Ma per far si che tutto il turismo diventi responsabile, è necessario sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza e l’incidenza che le nostre scelte quotidiane hanno sugli equilibri del pianeta, così come sul nostro territorio

Per questo nasce ITACA’, il festival del turismo responsabile.

Gli immigrati e le interviste impossibili del Resto del Carlino

“Ma quali zone ghetto, in quelle zone si favorisce l’integrazione”, questo il titolo che ben delinea l’intervista rilasciata dalla Prof. Pina Lalli al Resto del Carlino di Bologna.

Scusate, ma riesco solo ad embeddare la foto fatta col mio mobile: spero si riesca a leggere.

Risulta evidente il tentativo del giornalista di imprimere un taglio precostituito all’intervista: fortunatamente l’interlocutore è riuscito a raddrizzare la direzione…

Basta citare qualche città europea e tutto rientra nella normalità.

Chiamala globalizzazione, se vuoi.